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Introduzione

In questa sezione sono esposti i risultati dei test, effettuati in ambiente di registrazione, atti ad evidenziare le differenze timbriche e armoniche risultanti a confronto tra una legatura nota del commercio e l’attuale modello di punta della Redoxligatures RDX-RHEA-xx*/IV. I risultati sono descritti in tre sezioni diverse comparando i suoni e le rappresentazioni grafiche ottenute con un analizzatore di spettro.

*Le due x sono riferite ai vari tipi di strumento, sostituite all'occorrenza dalle proprie sigle riportate nella tabella alla pagina: Info Prodotto

Metodo

Le riprese microfoniche riferite al sassofono tenore, sono state effettuate cercando di mantenere il più possibile costanti le variabili, come quelle sotto elencate, ponendo l’obiettivo di avvicinarci il più possibile al risultato ideale ricercato nel progetto.

  • Altezza tonale: nota D3/Re3 a 146,83Hz
  • Distanza del microfono dalla campana dello strumento - 1 metro
  • Temperatura e umidità dell’ambiente - 19°C 43%
  • Intenzione di emissione di nota sonora del musicista
  • Stessa imboccatura: Brilhart Ebolin 6*
  • Stessa ancia: Vandoren Java 2,5
  • Stesso sassofono: Conn Tenore 10M
  • Stesso musicista
  • Stessa attrezzatura di ripresa audio (mixer, microfoni, interfacce audio, computer, plugin, preamplificatori)

I molteplici “take”, registrati su 5 tracce audio separate e posti allo studio per dimostrarne le differenze timbriche, sono stati associati alle seguenti legature: 

Traccia 0 - Brilhart Ebolin 6* + Otto Link Slant

Traccia 1 - Brilhart Ebolin 6* + RDX-RHEA-TE/IV stabilizzatori mobili in posizione 1

Traccia 2 - Brilhart Ebolin 6* + RDX-RHEA-TE/IV stabilizzatori mobili in posizione 2

Traccia 3 - Brilhart Ebolin 6* + RDX-RHEA-TE/IV stabilizzatori mobili in posizione 3

Traccia 4 - Brilhart Ebolin 6* + RDX-RHEA-TE/IV stabilizzatori mobili in posizione 4

 

Le cinque tracce registrate, con i loro relativi grafici, saranno utilizzate nelle prossime tre sezioni esemplificative dello studio. 

Nota: in sezione 3 sono visibili le  posizioni degli stabilizzatori mobili 

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SEZIONE 1

In questa sezione sono illustrati i risultati sperimentali e fisici dei test effettuati ponendo in confronto i file audio registrati e i loro relativi grafici, tramite un analizzatore di spettro digitale in una DAW.

I risultati ottenuti dall’analisi delle tracce audio, attraverso l’analizzatore di spettro, sono stati fondamentali, da un lato, per evidenziare visivamente le differenze sul “Passo Armonico”, (grafico 1, Peak), e sul “Timbro” o “Colore” del suono, (grafico 2, Timbro), dall’altro, per ottenere un confronto più oggettivo possibile dei suoni ripresi, altrimenti difficile da sostenere per dimostrare le differenze con il solo apparato uditivo, che renderebbe il risultato nettamente più soggettivo.

Nota di esempio: prendendo un suono di chitarra e facendolo ascoltare a più persone, quest’ultime, noterebbero delle differenze sul “timbro” o “colore” del suono percepito che sono puramente soggettive e che non rispettano necessariamente l’analogo risultato su un grafico di quello stesso suono. 

Le componenti fondamentali che producono il timbro dello strumento sassofono tenore, (individuate in numero di quattro), sono state prese in considerazione per un analisi più oggettiva e più comprensibile dei grafici:  

I timbri sonori del sassofono in esame, sono quindi rappresentati dai cinque grafici che seguono. La prima armonica, o tonica (147 Hz ca.) equivale ad un Re3/D3. E’ stato associato un colore diverso per ogni zona di riferimento sui grafici "Timbro".

  1. Zona non fondamentale “grave”: 100-200Hz (componente scura del sassofono, da non tenere in considerazione nel timbro dello stesso, perché non rilevante ai fini della riconoscibilità dello strumento).

  2. Zona fondamentale denominata “clacson”: 200-700Hz (componente dove risiede appunto l’effetto “clacson” tipico del sassofono. Zona importante in quanto risiede una buona intellegibilità dello strumento).

  3. Zona fondamentale del “corpo”: 1000-3000Hz (componente timbrica dove risiede il corpo e maggiore intellegibilità in assoluto del sassofono)

  4. Zona non fondamentale “ariosa”: 5000-7000Hz (componente timbrica dove risiede l’aria che passa attraverso lo strumento e i fori delle chiavi, zona non rilevante ai fini della riconoscibilità dello strumento).

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Grafici Traccia 0: Peak e Timbro della legatura OTTO LINK SLANT 
Zona “grave” (viola) - Zona “clacson” (verde) - Zona “corpo” (arancione) - Zona “ariosità" (rosso)

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Grafici Traccia 1: Peak e Timbro della legatura RDX-RHEA-TE/IV - Posizione 1
Zona “grave” (viola) - Zona “clacson” (verde) - Zona “corpo” (arancione) - Zona “ariosità" (rosso)

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Grafici Traccia 2: Peak e Timbro della legatura RDX-RHEA-TE/IV - Posizione 2
Zona “grave” (viola) - Zona “clacson” (verde) - Zona “corpo” (arancione) - Zona “ariosità" (rosso)

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Grafici Traccia 3: Peak e Timbro della legatura RDX-RHEA-TE/IV - Posizione 3
Zona “grave” (viola) - Zona “clacson” (verde) - Zona “corpo” (arancione) - Zona “ariosità" (rosso)

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Grafici Traccia 4: Peak e Timbro della legatura RDX-RHEA-TE/IV - Posizione 4
Zona “grave” (viola) - Zona “clacson” (verde) - Zona “corpo” (arancione) - Zona “ariosità" (rosso)

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SEZIONE 2

In questa sezione, invece, sono posti a confronto i grafici spettrometrici della legatura OTTO LINK SLANT con la legatura RDX_RHEA-TE/IV, quest’ultima nelle quattro posizioni degli stabilizzatori, più comunemente usate e scelte per questo test.
Si ottengono, pertanto, quattro confronti diretti dei risultati ottenuti, visualizzabili nei grafici spettrometrici.

Per apprezzare una migliore qualità sonora, si consiglia di riprodurre i file audio sottostanti, con cuffie, monitor o auricolari.

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SEZIONE 3

Nell’ultima parte di questo studio, sono rappresentate le immagini con vista in sezione trasversale, delle posizioni degli stabilizzatori laterali mobili della legatura RDX-RHEA-TE/IV adottate nei test ed associate ai grafici confrontati tra loro precedentemente. 

Posizione 1

Posizione 1: spazi equidistanti tra gli stabilizzatori mobili e le restanti componenti della legatura. 

Posizione 2: i due stabilizzatori mobili, (freccia rossa), sono avvicinati all'ancia ad una distanza di 10 mm circa. 
Posizione 3: i due stabilizzatori mobili, (freccia rossa), sono avvicinati all'ancia ad una distanza 5 mm circa.
Posizione 4: stabilizzatori mobili paralleli in posizione centrale. Distanza circa 10 mm tra loro.


Le distanze prese in esame sono riferite all'imboccatura in ebanite utilizzata nei test, tuttavia, partendo dalla posizione 1 degli stabilizzatori, con riferimento ai due più vicini all'ancia e spostandoli verso di essa, otterremo un timbro più brillante. Non forniamo misure prestabilite per ottenere uno standard di differenza timbrica, perché ciò dipende da più variabili come la natura e le dimensioni dell'imboccatura, la durezza dell'ancia e dal materiale da cui è costituita. Spetta al musicista trovare il giusto compromesso Imboccatura - Legatura - Ancia e sperimentare personalmente le posizioni possibili al fine di ottenere i migliori risultati timbrici.

Conclusioni

Con questo studio effettuato e dai dati ottenuti, si può affermare che la  RDX-RHEA-TE/IV - e altre nostre legature della stessa tipologia - hanno una notevole versatilità dal punto di vista sonoro in base alle molteplici possibilità di posizionamento degli stabilizzatori laterali stessi. In pratica, si evince, che da questo modello di legatura possiamo ottenere molteplici risultati timbrici di "tuning" mantenendo la stessa imboccatura e la stessa ancia, solamente cambiando la posizione degli stabilizzatori adiacenti ad essa.

Si evidenzia un livello completamente nuovo di risposta "smart", con caratteristiche tonali e armoniche molto definite per un suono più ricco e pieno, che con la maggior parte delle legature commerciali è molto difficile da ottenere. 

Per ulteriori informazioni: info@redoxligatures.it

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